Una grave
perdita per tutta l'emigrazione italiana: Maria Maddalena Morelli, per
tutti Mamma Lena, è morta a Sydney lo scorso ottobre. Aveva 89 anni.
Originaria di Azzone Val di Scalve, ha saputo rappresentare nella sua
vita un autentico spirito di servizio a favore di tutti gli emigranti
italiani in Australia. Ai suoi funerali nella cattedrale cattolica di S.
Mary a Sidney hanno partecipato le massime autorità australiane, del
Nuovo Galles del Sud e della diplomazia italiana. Grande eco alla
scomparsa di Mamma Lena è stata data dalla stampa locale. Pubblichiamo
gli articoli che L'Eco di Bergamo ha dedicato in questa triste
occasione. Si è spenta la voce amica
che, per tanti anni, è stata il punto di riferimento degli italiani
d'Australia. Mamma Lena era
originaria della Valle di Scalve: era nata ad Azzone il 9 luglio di 89
anni fa. Poi Maria Maddalena Morelli - questo il suo nome
all'anagrafe - ha legato la sua vita agli emigrati, sia per l'intensa
attività giornalistica sia per l'impegno umanitario, awiando tra l'altro
un asilo e una fondazione di assistenza. La notizia della morte di
"Mamma Lena" è stata comunicata dal marito, Dino Gustin, giornalista di
origini triestine, al direttore dell'Ente Bergamaschi nel mondo, Massimo
Fabretti. "Mamma Lena - dice
l'uomo da Bankstown, vicino a Sydney - sarà ricordata dalla comunità
italo-australiana come l'angelo custode di un'intera generazione di
emigrati". E non sono parole usate a sproposito: per il suo
impegno a favore degli altri, l'emigrata scalvina è stata insignita tra
l'altro del titolo di cavaliere della Repubblica italiana (nel 1967), di
commendatore (nel `99) e di baronetto dell'Ordine dell'Impero
britannico. Quattro anni fa ha incontrato l'allora presidente
della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Alla sensibilità verso gli
altri, Lena Morelli era stata portata anche dalle dure prove che aveva
dovuto superare fin da piccola: quando aveva 4 anni mori la madre,
mentre il 1° dicembre 1923 perse il padre. Alberto Morelli, direttore
della centrale elettrica del Dezzo, mori nel disastro del Gleno. La
piccola andò in collegio, si diplomò maestra e si iscrisse
all'Università di Ca' Foscari a Venezia, dove si laureò in magistero.
Per mantenersi lavorò sul Garda e a Salerno. Nel 1940 il
matrimonio con Dino Gustin, ad Azzone, poi ancora sacrifici per la
guerra e un altro lutto: la morte del primogenito, nel `46, a soli
quattro anni. Si chiamava Alberto come 'il nonno. Quindi la nascita dei
figli Rosalba e Roberto. L'arrivo a Sydney risale al 1956,
sull'onda della grande emigrazione di quegli anni. Fu duro il viaggio
(un mese e cinque giorni in nave) ma anche la vita per l'insegnante
scalvina: guadagnava qualcosa lavando piatti e bicchieri in un bar. Poi
la prima collaborazione con "La Fiamma", il giornale italiano più
diffuso in Australia. All'emigrante viene affidata una rubrica di
lettere, lei risponde con consigli e suggerimenti. Ma "inchiostro
simpatico" - questo il nome del suo spazio - non è che l'inizio:
Lena Morelli diventa la giornalista italiana più letta e famosa
d'Australia. |
La risonanza è
ancora maggiore dopo le interviste alla radio. La voce di Lena raggiunge
tutti gli italiani d'Australia, la giornalista ascolta i problemi di chi
la cerca, dà consigli. E un successo che, grazie alle sue
trasmissioni "Arrivederci Roma" e "Sorella Radio", cresce sempre più.
Gli emigrati trovano un grande sostegno: a "Mamma Lena" dedicano
commoventi canzoni, bar e ristoranti portano il suo nome. Sulla stazione
2CH è stata la pioniera delle trasmissioni radio per gli italiani
d'Australia e lo ha fatto per un quarto di secolo. Nel libro-biografia
in inglese viene sottolineato il contributo di Lena Morelli allo
sviluppo delle relazioni italo-australiane. Ma l'impegno di "Mamma Lena"
non si limita al "salotto" radiofonico. Pensa a chi è in
difficoltà, si prodiga per realizzare strutture di assistenza.
Ha fondato un asilo frequentato da bimbi di Paesi di tutto il mondo. "Il
suo lavoro di assistenza e di beneficenza - dice il marito Dino, al
fianco di Lena in tutte le imprese - sarà ricordato perché nel
2001 è nata la "Mamma Lena Foundation", che conferisce i premi della
cultura e
della bontà a persone meritevoli, orgogliose della loro italianità".
Dall'Australia, è stata vicina anche ai connazionali colpiti da
calamità in Italia: ha raccolto fondi dopo il disastro del Vajont,
l'alluvione di Firenze, i terremoti di Belice, Friuli e Avellino. Sul
suo impegno umanitario, "Mamma Lena" aveva detto: "Devo ammettere che
sono stata fortunata. Non nel senso di far'denaro.
No, questo no, perché ci siamo sempre accontentati del necessario per
vivere. Ma sono stata fortunata perché il bene e l'affetto
che ho dato mi è stato sempre ricambiato". Nel 1967 Lena Morelli era
tornata in Italia. Aveva visitato Bergamo, incontrato amici e
parenti. L'ultimo viaggio nell'estate del 1984, quando venne festeggiata
in Valle di Scalve: Comunità montana e Comune di
Azzone la premiarono. Ancora oggi, nella sala consiliare del municipio,
una targa ricorda quell'incontro e sottolinea "la fedeltà
ai più alti ideali umanitari di Mamma Lena, espressi in ogni iniziativa
di bene e di progresso". Spiega l'assessore Benvenuto Santi: "li paese è
orgoglioso di
aver dato i natali a Mamma Lena. A quell'incontro però, non ne seguirono
altri, perché la signora Morelli non se la senti di
ripetere il viaggio. Ad Azzone non ci sono
. più suoi parenti diretti, ma il ricordo di questa donna straordinaria
non svanirà mai".
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Per gli italiani d'Australia era semplicemente Mamma Lena: una voce
amica e molto di più. Maria Maddalena Morelli è morta a
Sydney nei giorni scorsi: per quarant'anni è stata un punto di
riferimento per tutti gli emigranti italiani. Come lei.
Bergamasca doc, era nata ad Azzone, in Valle di Scalve, 89 anni fa.
Sulla strada che da Dezzo porta ad Azzone ancora oggi c'è una lapide che
ricorda la morte di suo padre Alberto: era il direttore della centrale
elettrica di Dezzo, e scomparve nella tragedia del Gleno. Il suo corpo
non fu mai ritrovato.
Mamma Lena ne parlava appena, con un pudore tutto bergamasco. Dal 1956
era emigrata in Australia, una tra le migliaia di
italiani che affrontarono un viaggio di un mese e cinque giorni a bordo
della motonave "Aurelia", nome che ancora adesso fa
venire i brividi a qualche italiano di laggiù. |
BERGAMASCHI NEL MONDO
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"Sapete come feci
a conquistare la fiducia del mio primo datore di lavoro? -
raccontava ridendo nel 1994 in occasione di un incontro a Sydney -
Grazie a una macchina del caffè. Lavavo i piatti nel bar di
un ungherese, e un giorno mi fermai a guardare come faceva
l'espresso. Un disastro... Allora mi feci avanti e a gesti chiesi di
poterla usare: preparai un buon caffè all'italiana e lui rimase
folgorato. Passai dalla cucina al bancone del bar in due minuti, e
gli italiani facevano la fila per provare un buon caffè". Già, gli
italiani: "Qui gli emigranti hanno i loro circoli: i friulani, i
siciliani, i calabresi, ma quando te ne vai così lontano da casa, in
una terra straniera, ti senti soprattutto italiano". E ti attacchi a
qualsiasi cosa che sappia d'Italia, come un giornale: "Cominciai a
scrivere su "La Fiamma", un quotidiano in lingua italiana, pian
piano mi ricavai una rubrica fissa". Si chiamava "Inchiostro
simpatico", una sorta di posta del cuore, e diede la prima
popolarità a questa tenace scalvina. Ma il boom arrivò con
la radio: prima un'ora di trasmissione, poi due, poi sette, otto,
fino a vere e proprie maratone. "Ed è qui che nasce Mamma Lena",
raccontava. Non una mera operazione di marketing, ma un semplice
slancio del cuore: "La gente mi chiamava, raccontava le sue storie,
piangeva pensando ai genitori in Italia: io li ascoltavo e cercavo
di risolvere i loro problemi, quando potevo". Da Sydney la sua voce
comincia a raggiungere ogni comunità italiana d'Australia:
Melbourne, Perth, Brisbane:-o Adelaide, Mamma Lena diventa un
autentico fenomeno, in prima linea a difesa dei diritti degli
emigranti italiani. E non fu una passeggiata. "Ora un trevigiano è
sindaco di Sydney City - raccontava nove anni fa - ma negli anni '60
non andava cosi. C'erano problemi, e tanti: occorreva farsi
sentire". Mamma Lena lo fece alla radio, tra dischi di musica
italiana e tanti consigli. Con il mondo politico italiano ed
australiano, parlando di pensioni e ricongiungimenti familiari,
lottando insieme ai suoi italiani. Lei, emigrante tra gli emigranti.
Nella sua casa di Bankstown, grosso sobborgo di Sydney,
conservava una quantità impressionante di targhe, premi, foto
ricordo: "Ma non per vantarmi, voglio solo ricordarmi della gente
che mi ha voluto bene, dei miei italiani". Quelli che fino a pochi
mesi fa fermavano questa minuta donna scalvina ovunque andasse.
Bastava che mettesse piede in un centro commerciale piuttosto che in
un ristorante di Sydney e subito intorno a lei si faceva un
capannello di persone. Una celebrità che parlava al cuore dei figli
di un Italia tanto lontana che si scopriva più vicina sulle onde
gracchianti di una radio, ascoltando canzoni di 40 anni fa e
commuovendosi nel ricordare i propri cari che non potevano sentirti
a 16 mila chilometri e rotti di distanza. Roba da montarsi la testa,
ma quella piccola e cocciuta donna scalvina non era il tipo. Proprio
no: "Ho il titolo di Cavaliere della Repubblica italiana e di
Baronetto dell'Ordine dell'impero britannico, ma per me il
titolo più bello è quello che mi hanno dato gli italiani
d'Australia: "Mamma Lena".
Dino Nikpalj |
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