LECCO, GIUGNO 1965: « CONVEGNO IN DIFESA DEL CANTO
ALPINO ».
Da anni si auspicava un « Canzoniere » dei canti alpini. Perché, questi
canti nati in trincea, nati o modificati da altri canti popolari
adottati dai combattenti di guerra, ormai erano diventati facile preda
di qualunque gruppo di avvinazzati che si ritenevano alpinisti, solo per
aver raggiunto, magari in automobile, una quota superiore allo zero del
mare.
Donde, contaminazione, esasperazione, travisamento dello spirito che
informa il canto alpino.
Si deve dire, in piena sincerità, che molti cori hanno ripreso le
canzoni degli alpini, con intendimenti e risultati sicuramente
artistici, per eseguire questi canti in maniera dignitosa. Naturalmente,
poiché i canti alpini, e quelli di montagna in genere, trovano sempre
pubblici appassionati, l'esperimento di questi cori ebbe sempre
successo. Sol che, per una ragione di carattere tecnica ed artistica,
dovuta essenzialmente ai direttori dei cori, l'esecuzione risultava
infedele nei confronti dell'originale.
Sia perché i testi erano manipolati attraverso l'uso di ogni singola
regione, sia, soprattutto, perché i direttori dei cori presentavano le
canzoni alpine con elaborazione, e trascrizione, che tenevano conto più
del lato artistico e musicale che della fedeltà storica delle canzoni
stesse.
Va data lode a questi maestri che hanno contribuito a diffondere in
Italia i canti di montagna o di guerra o popolari.
Lo scopo che il convegno del giugno 1965 si è prefisso era quello invece
di dare, finalmente, un testo ed un indirizzo musicale che servisse come
base delle canzoni alpine; più precisamente dei canti degli alpini, così
come erano nati. Perché restasse fermato in un documento o in un disco
l'essenza letteraria e musicale dei canti.
Dopo oltre due anni di studio, la Commissione delegata,
(composta prevalentemente da vecchi alpini, da letterati e da musicisti)
ha varato il primo gruppo delle canzoni che sono veramente « Canti degli
Alpini ».
Il testo letterarid ne rispecchia la fedeltà assoluta, dopo numerose e
non facili ricerche effettuate dalla Commissione.
Il testo musicale, indicato solo nella linea del canto, o voce
fondamentale della melodia lascia ad ogni coro la possibilità di quelle
variazioni che, d'altronde, nascono spontanee ogni qualvolta un canto
del genere sia cantato tanto nei rifugi di montagna come in una
esecuzione accademica.
I canti degli alpini presentati in questo disco vogliono
essere un primo esempio di come si possa cantare a due, tre, quattro
voci senza alterare minimamente lo spirito dei canti. Ed è significativo
che detto compito lo abbia assunto, per primo, il Coro Grigna
dell'A.N.A. di Lecco, sede del Convegno tenuto a Lecco in difesa del
Canto Alpino. Non arbitrari abbellimenti, non leziosaggini, non
superstudiate armonizzazioni. Il Coro Grigna dell'A.N.A. di Lecco ha
interpretato il più fedelmente possibile, le direttive del « Convegno ».
Sarebbe stato facile, per il maestro del Coro Grigna dell'A.N.A. di
Lecco, armonizzare le canzoni in senso « moderno ». Si è attenuto,
invece, alla melodia originale con quegli accordi, o accompagnamenti
armonici, che la primitiva linea melodica spontaneamente suggeriva.
Questo è il significato del disco.
(Dott. Raffaele Ripamonti) Presidente A.N.A. Lecco
Nominata dopo il convegno di Lecco del Giugno 1965, la Commissione in
difesa del canto alpino ha selezionato per parole e musica 30 canzoni
degli alpini. Questo disco ne presenta dieci. |