CANTI D'ITALIA (Il nostro Risorgimento attraverso la canzone)

 
 


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CANTI D'ITALIA (Il nostro Risorgimento attraverso la canzone)
PARTE PRIMA
1847 Novaro Inno di Mameli Coro e Orchestra
1848 Anonimo Addio mia bella addio ten. A. Mauri - Coro e Orchestra
1848 Foroni Su, Lombardi, all'armi, all'armi Coro e Orchestra
1848 Anonimo E la bandiera dei tre colori Coro e Orchestra
1848 Anonimo O giovani ardenti Coro e Orchestra
1859 Giorza Daghela avanti un passo ten. A. Mauri - Coro e Orchestra
1859 Olivieri Inno di Garibaldi Coro e Orchestra
1862 Castoldi Tonina Marinello ten. A. Mauri e Orchestra
PARTE SECONDA
1870 Hertel Flik-Flok (Rid. Mamprin) Fanfara del 3° Regg. Bersaglieri
1912 Arona Tripoli, bel suol d'amore ten. A. Mauri - Coro e Orchestra
1917 Meneghetti La canzone del Grappa ten. A. Mauri - Coro e Orchestra
1916 Anonimo Il testamento del capitano (Canto degli alpini) Coro A.N.A. di Milano
1915 Arona La campana di S. Giusto Coro e Orchestra
1916 Anonimo Ta-pum (Canto degli alpini) Coro A.N.A. di Milano
1940 Piubeni Epilogo (Rapsodia di motivi dell'ultima guerra) Orchestra

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1847 Novaro Inno di Mameli Coro e Orchestra
1848 Anonimo Addio mia bella addio ten. A. Mauri - Coro e Orchestra
1848 Foroni Su, Lombardi, all'armi, all'armi Coro e Orchestra
1848 Anonimo E la bandiera dei tre colori Coro e Orchestra
1848 Anonimo O giovani ardenti Coro e Orchestra
1859 Giorza Daghela avanti un passo ten. A. Mauri - Coro e Orchestra
1859 Olivieri Inno di Garibaldi Coro e Orchestra
1862 Castoldi Tonina Marinello ten. A. Mauri e Orchestra
1870 Hertel Flik-Flok (Rid. Mamprin) Fanfara del 3° Regg. Bersaglieri
1912 Arona Tripoli, bel suol d'amore ten. A. Mauri - Coro e Orchestra
1917 Meneghetti La canzone del Grappa ten. A. Mauri - Coro e Orchestra
1916 Anonimo Il testamento del capitano (Canto degli alpini) Coro A.N.A. di Milano
1915 Arona La campana di S. Giusto Coro e Orchestra
1916 Anonimo Ta-pum (Canto degli alpini) Coro A.N.A. di Milano
1940 Piubeni Epilogo (Rapsodia di motivi dell'ultima guerra) Orchestra
 
 
CANTI D'ITALIA (Il nostro Risorgimento attraverso la canzone)
 
 

Panorama storico a cura di RICCARDO ALLORTO
Un secolo di canti popolari: non è l'antologia del nostro lungo, avventuroso Risorgimento: piuttosto è la storia dell'anima collettiva degli italiani, che liberarono
nella fiducia del canto le loro speranze e i loro dolori.

Per i canti con i quali il nostro popolo rincuorò la fede nel futuro, libero e unito, d'Italia, non c'è epigraf e migliore del monito che Giuseppe Mazzini levò dalle
pagine della sua Filosofia della musica:

La musica, sola favella comune a tutte le nazioni, unica che trasmetta esplicito un presentimento di umanità, è chiamata certo a più alti destini che non son
quelli di trastullar Core d'ozio a un picciol numero di scioperati... questa musica, che oggi è si vilmente scaduta s'è rivelata onnipotente sugli individui e sulle
moltitudini, ogni qual volta gli uomini l'hanno adottata ispiratrice di forti fatti, crogiolo di santi pensieri; ogni qualvolta gli eletti a trattarla ricercarono in essa
l'espressione la più pura, la più generale, la più simpatica di una fede sociale..

Negli anni in cui l'esule Mazzini per lenire lo sconforto degli ideali infranti liberava nella Filosofia della musica i temi della nobiltà spirituale e della dignità
della vita, proprio in quei melodrammi che l'austero genovese accusava di .trastullar l'ore d'ozio a un picciol numero di scioperati. si levava Tirteo, nareva
l'Eroe. Egli si affacciava ai boccascena dei teatri, e cantava nei cori marziali di Bellini, di Rossini, di Meccadante, di Donizetti e poi di Verdi; facendosi
schermo di condottieri egizi o romani, di sacerdoti galli o di puritani austeri egli vagheggiava in accenti vigorosi l'anelito alla libertà che si spande fremente
nelle platee, sale ai loggioni e di qui viene portato nelle piazze a ridestare gli spiriti.

I canti civili degli italiani fecero le prime prove tra i cimieri di cartapesta e le spade di latta, in quella verace finzione di palpiti che fu il nostro melodramma
romantico, ma tra le convenzionali irrealtà del teatro si allargò un consenso che divenne popolare, ed il canto acquistò la coscienza di una coralità compatta.
Tra i primi, Goffredo Mameli rivestì la propria vocazione eroica in quell'Inno che fu chiamato il Canto degli italiani e che, a cento anni di distanza, simboleggia
la concordia e la maestà dello Stato repubblicano.

Le giornate del marzo 1848 gioirono di canti; al saluto anonimo del volontario alla sua donna:

Addio, mia bella, addio, L'armata se ne va;
se non partissi anch'io sarebbe una viltà.
succedono ben presto cori spontaneamente violenti o rudemente marziali; essi accompagnano le avanzate, rallegrano i bivacchi, rincuorano le vigilie, incitano
alla lotta: Su, Lombardi, all'armi, all'armi della gloria è sorto il dì.

O giovani ardenti d'italico amore
serbate il valore pel di del pugnar.

E la bandiera dei tre colori sempre è stata la più bella;
noi vogliamo sempre qella noi vogliam la libertà.

Dopo la beffarda sciarada della Bella Gigogin che salutò la secondatguerra di indipendenza, l'Inno di Garibaldi segnò il riaccendersi della fede dffOsa a
Custoza e a Novara:
Va fuori d'Italia, Va fuori ch'é l'ora,
Va fuori d'Italia, Va fuori, o stranier.

Subito dopo l'epopea garibaldina che ha unito il Mezzogiorno al resto dell'Italia si vela delle nostalgie e dei rimpianti dei reduci nel commosso stornello di
Francesco dall'Ongaro intitolato a Tonina Marinello:

L'abbiam deposta la garibaldina All'ombra della torre a S. Miniato
Con la faccia rivolta alla marina Perché pensi a Venezia e al Lido amato.

Il lungo silenzio che segue è interrotto prima dagli squilli gioiosi della Fanfara dei Bersaglieri, poi dalla invocazione a Tripoli bel suol d'amore in cui la
spedizione libica assume toni di gioia da colorata, mediterranea kermesse.

La stessa letizia darà il via ai rintocchi della Campana di San Giusto; ma prima di giungere ad abbracciare le ragazze di Trieste i soldati d'Italia mescoleranno
il loro sangue al fango del Carso. Le lente avanzate, le ore interminabili nelle trincee, incidono nelle rocce delle montagne, come epigrafi, Il testamento del
capitano, Sul cappello, Ta-pum, Quel mazzolin di fiori, Sul ponte di Bassano: canti rampollati dal cuore del popolo e mescolanti l'incombente presenza della
morte ai ricordi di gioie profumate della semplicità della vita • borghese ..

Il canto popolare e civile del nostro popolo non si arrestò qui, né tacque negli anni successivi, neppure nelle ore buie e disperate in cui l'invito ammiccarne ad
una . Faccetta nera era ormai un ricordo sfocato, quasi irreale, di fronte allo smembramento della Patria: un dolore senza speranza, quale è espresso dalla
grave melodia di Fischia il vento.
WG 40/5257

 
 

Orchestra e Cori diretti dal M° Vigilio Piubeni - Tenore Alberto Mauri - Coro A.N.A. di Milano - Fanfara del 3° Regg. Bersaglieri Dir. dal M.11o Coppola
CARISCH S. p. A. Milano - PROCESSED, PRESSED & DISTRIBUTED THROUGHOUT AUSTRALIA BY
W&G DISTRIBUTING CO., 18S A'BECKETT ST., MELBOURNE
Off. Grafiche A. Salta - Milano. WG 40/5257

 
   
   

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