MARIO LANZA: ARIE DA OPERE ITALIANE
Time tends to erase the image of the 'actor Lanza — but
when it comes to the singer Lanza, we find that his records are sold in
a steady flow.
Whoever saw films like "The Toast of New Orleans", "Serenade" and "The
Great Caruso" will remember that his voice always played the major part,
while his dramatic abilities were hardly ever considered at all. Mario
Lanza's 'entrée' into the cinema world came about quite suddenly — and
unexpectedly — in 1947. At the time, he was giving a concert at the
famous 'Hollywood Bowl', and amongst the spectators were Louis B. Mayer
and Ida Koverman, two great names at MGM. The next day, Lanza was
signing a long-term contract with the great film company. This event —
more than Lanza's meeting with Koussevitzky — was. the factor which
started him on his short artistic career, a brilliant but short career —
for it
lasted only twelve years. His rise to stardom however, was aided by two
powerful factors: the movies and records. His cinema début came about
in 1949, with Kathryn Grayson and Ethel Barrymore. From that moment on,
films came one after the other, in which the theme was always
practically the same thing, since it was only a pretext to enable the
young tenor to show his extraordinary vocal gifts. These films were
"Toast of
New Orleans". "The Great Caruso", "Because You're Mine", "Serenade", up
to the last films shot in Italy: "Come Prima" and "Arrivederci Roma".
"The
Great Caruso" is considered his best film. It was produced with great
means, and it tells the story — a rather romanticised one, at that — of
the life
of the most famous tenor that ever lived. Naturally, a lot of the film
comprised singing, and in the greatest opera houses in the world. The
film's
success was tremendous and may still be seen in some cinemas. Excerpts
taken from great operas were found to appeal even to those who had
never given opera a though-t. From this fact, Lanza was to acquire the
worship of fans throughout the world. Then records smoothed over the
sharp edges. A contract which made RCA exclusive recorders of his voice
enabled Lanza to immortalise his voice with the latest discoveries in
the
field of modern recording, including stereophonic sound.
The similarities between Lanza's art that of the great Neapolitan
ten-or, Caruso, were not always of benefit to-the former The opera fans
for
instance, reproached him for never taking part in proper opera, on the
stage of the opera houses. Mario Lanza, in fact, never took part in a
real
opera, except fora performance of "The Merry Wives of Windsor". in 1942,
at the Tanglewood Festival. On Koussevitzky's invitation, he had
frequented the Berkshire Mus,c Centre, in the neighborhood of
Tanglewood, and he had been awarded a scholarship. There were :'.also
two
performances of "Madame Butterfly", in which he sung Pinkerton, at New
Orleans. His name never appeared on the' posters of the great opera
houses. There are those who say that Lanza's eccessive nervous tension
would never have permitted him to take part in a full-length opera.
But we must also remember that Hollywood offered him great sums of money
for relatively short periods of work. I remember that, after the
showing of the film "The Great Caruso" two opposité parties were formed:
those 'for' and those 'against' Mario Lanza's voice. Those who opposed
him based their opinion on that of 'the experts, who maintained that a
positive opinion could not be expressed until they had heard Mario Lanza
'in
the skin'... Nonetheless, putting aside these comments, we must agree
that, in certain instances, Mario Lanza'., voice recalled that of the
great
Caruso, the singer whom Lanza did his best to Imitate from the very
first moments of his musical career. Lanza has Caruso's power and
passionate
temperament. Sometimes he went a bit too far in his search from dramatic
effects .and his performance would therefore seem a bit too emphatic.
But it must be borne in mind that in the cinema world these 'faults' are
in fact imperative; proof of it is the fascination with which the singer
is
held by the public. Let us also add that Mario Lanza's figure was just
what -the cinema required in order to conquer the hearts of the movie
audiences, looking for sheer thrills and simple excitement.
Mario Lanza's repertory is very vast, passing from opera to the 'romanza
da camera', from Neapolitan 'songs to the American musical comedy.
Unsurpassed interpreter of some operettas such as "The Student Prince",
"Rosemarie" and "The Vagabond King", Lanza did not overlook Naples and
its songs and here are recorded his renderings of "Parlami d'amore
Mariù", "Come Prima" and "Arrivederci Roma".
This is the first Long-Playing record dedicated exclusively to Mario
Lanza's rendering of Italian opera arias and Italian songs. It is
extremely
comprehensive in its covering of the singer's activity in this field,
and it is to be recommended to all of Lanza's fans and lovers of Italian
melodrama. "Parmi veder le lacrime" is published now for the first time
in Italy. Another three "Recondita Armonia", "E lucevan le stelle" and
"Cielo
e mar" come back on •the morket after an absence of some years. The
remaining seven items, however, are presented for the first time on a 33
r.p.m. record.
Notes by PASQUALE SANTOMARTINO
Il tempo tende a cancellare l'immagine del Lanza attore, ma non quella
del Lanza cantante i cui dischi sono richiesti con
ritmo sempre sostenuto. D'altra parte chi ha visto films come « Il
pescatore della Luisiana », « Serenata » e « Il grande Caruso »
ricorderà che in
essi tutto era in funzione della voce del protagonista ed il. pubblico
mostrava di gradire più le prestazioni canore che quelle filodrammatiche
dell'aitante giovanotto italo-americano.
L'ingresso di Mario Lanza nel mondo del cinema avvenne in maniera
improvvisa e imprevista nel 1947. Ad un concerto da lui tenuto nella
famosa «
Hollywood Bowl » erano intervenuti una sera i signori Louis B. Mayer e
Ida Koverman, due grossi esponenti della MGM: il giorno seguente Mario
Lanza firmava un contratto a lunga scadenza con la grande Casa
cinematografica americana. Questo avvenimento, più che l'incontro con
celebre
direttore d'orchestra Koussevitzky, citato ogni volta che si parla •
della vita di Lanza, diede inizio alla sua straordinaria carriera
artistica, assai
breve dal momento che è durata poco più di dodici anni, ma resa fulminea
e brillante da due dei più potenti mezzi di diffusione oggi esistenti:
il
cinema e i dischi. Il debutto cinematografico avvene nel 1949 con una
piacevole pellicola intitolata « Il bacio di mezzanotte » (That Midnight
Kiss)
che ebbe per interpreti principali Ksthryn Grayson e Ethel Barrymore.
Seguirono a brevi intervalli altri films dal contenuto piuttosto eguale
in
quanto la trama costituiva generalmente il pretesto per offrire al
giovane tenore l'occasione di mettere in mostra le sue straordinarie
doti vocali: «
Il pescatore della Louisiana » (Toast of the New Orleans), a Il grande
Caruso », « Da quando sei mia » (Because You're Mine), « Serenata » fino
agli
ultimi films girati in Italia, « Come prima » e « Arrivederci Roma ». a
Il grande Caruso » è considerato il sud, film migliore. Realizzato con
dovizia
di mezzi, esso narrava in maniera abbastanza romanzata la vita del più
famoso tenore lirico che sia mai esistito. Naturalmente largo spazio era
riservato al canto con squarci di rappresentazioni operistiche
ambientate nei più famosi teatri del mondo. Il successo fu enorme ed il
film circola
tuttora nelle nostre sale cinematografiche. Le più popolari arie
operistiche incluse nella colonna sonora avvinsero il vastissimo
pubblico
cinematografico non sempre avvezzo allo spettacolo lirico. Da qui una
popólarità grandissima che. fece di Lanza l'idolo delle folle di tutto
il mondo I
dischi fecero il resto. Un contratto di esclusiva con la RCA Victor gli
consenti di effettuare una lunga serie di incisioni avvalendosi degli
ultimi
ritrovati della tecnica moderna, compresa quella stereofonica.
L'accostamento al celebre tenore napoletano non giovò però del tutto a
Lanza; gli ambienti lirici ufficiali, per esempio, gli rimproverarono di
non
esibirsi nelle sedi operistiche tradizionali. Mario Lanza non prese mai
parte ad una rappresentazione lirica se si eccettuano una recita de « Le
allegri romani di Windsor» nel 1942 al Festival di Tanglewood (dove,
invitato da Koussevitzky, aveva frequentato il « Berkshire Music Centre
»
vincendo anche una borsa di studio) e due recite, come protagonista, di
a Madama Butterfly » a New Orleans; n@ il suo nome apparve mai sui
cartelloni dei grandi teatri d'opera. C'è chi ha spiegato ciò con la
eccessiva emotività del cantante che avrebbe mal sopportato la tensione
nervosa
derivante dalla partecipazione ed un intero spettacolo. Ma bisogana
anche considerare che Hollywood gli offriva ingenti guadagni
impegnandoli
per periodi di tempo relativamente brevi. Chi scrive, ricorda che dopo
la programmazione de a Il grande Caruso » si formarono due opposte
fazioni:
i « pro » e i « contro » la voce di Lanza. Le argomentazioni dei «
contrari » riflettevano un po' il pensiero dei critici che non potendo
ascoltare il
cantante dal vivo per le ragioni menzionate, ponevano delle riserve al
loro giudizio. Prescindendo da queste considerazioni che lasciano il
tempo
che trovano, bisogna dire che, invero, la voce di Lanza richiama sotto
certi aspetti quella del grande Caruso; ortretutto, il tenore americano
cercò di
imitarlo sin dagli inizi della sua carriera. Di Caruso Lanza ha la
potenza della voce e il temperamento focoso; a volte calcava un po'
troppo la mano
nella ricerca degli effetti drammatici e la sua recitazio a risultava un
po' enfatica. Ma è da tener presente che ai fini del mezzo
cinematografico
queste « manchevolezze » erano proprio necessarie e il pubblico ne era
letteralmente affascinato.
Il repertorio di Mario Lanza è vastissimo: esso spazia dall'opera alla
romanza da camera, dalla canzone napoletana allà commedia musicale
americana. Interprete insuperato di talune operette come « Il principe
studente », « Rosemarie » e « Il re vagabondo », Mario Lanza non
disdegnò
la canzone italiana e di lui abbiamo incisioni di « Parlami d'amore
Mariù », « Come prima » e « Arrivederci Roma »
Questo disco, il prima long-play di Mario Lanza dedicato interamente ad
arie e romanze da opere italiane, costituisce un saggio esauriente
dell'arte
interpretativa di questo singolare cantante e si raccomanda perciò a
tutti i suoi « fans » ed a quanti amano il melodramma italiano. Due
romanze (a
Che gelida manina » e « Parmi vedei le lacrime ») sono qui pubblicate
per la prima volta in Italia, altre tre (« Recondita armonia », « E
luce-van le
stelle », a Cielo e mar ») ritornano sul nostro mercato dopo un'assenza
di alcuni anni; le rimanenti sette, invece, sono per la prima volta
presentate
su un disco a 33 giri.
Note di PASQUALE SANTOMARTINO
LM 20036
MADE IN ITALY • Arti Grafiche ARESE - Roma _ 4/74 PRINTED IN ITALY
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